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Questioni europee ed extra-europee

L’intervento sul Fatto Quotidiano, qualche giorno fa, di Maria Rita Gismondo, direttrice del reparto di microbiologia clinica e virologia dell’Ospedale Sacco, solleva un tema importante. L’articolo è collegato al caso emerso negli Stati Uniti lo scorso dicembre, quando almeno 60 bambini di meno di 6 anni sono risultati positivi all’avvelenamento da piombo, con livello che hanno raggiunto il picco di 500 volte oltre la soglia ritenuta accettabile.

Della notizia hanno dato risalto i media americani e quelli internazionali rilevando come le cause del fenomeno siano da ricercare nelle mousse di mele commercializzate da tre marchi – WanaBana, Weis e Schnucks – prodotte in uno stabilimento in Ecuador. Più precisamente si è verificato come l’ingrediente incriminato fosse la cannella utilizzata nella preparazione, coltivata con uno smodato uso di pesticidi: i test lo hanno mostrato con chiarezza.

La questione – al di là della gravità dell’episodio – si riverbera anche sui consumatori europei. Perché – come ben chiarisce Gismondo – la lista di cibi prodotti in varie parti del mondo e fortemente contaminati da pesticidi – come da un report di Coldiretti – è ampia. Si va dai peperoncini indiani al riso pachistano, da determinati tè cinesi alle olive provenienti dall’Egitto, tanto per fare alcuni esempi. Tutti alimenti inquinati gravemente in seguito a un uso sconsiderato di fertilizzanti e pesticidi, in Paesi dove le normative sono deboli e i controlli inefficaci. Il rischio è che – in assenza di ulteriori controllo – questi alimenti attraversino le dogane (anche magari come ingredienti in altri preparati alimentari, come nel caso accaduto in USA) e finiscano per essere presenti sui nostri mercati. Un motivo in più perché il consumatore eserciti un livello più alto di attenzione alla provenienza e una maggiore scelta, riservando le sue preferenze ai prodotti biologici, che garantiscono sempre grazie a controlli stringenti l’effettiva assenza di prodotti di sintesi, anche nel caso di provenienza da paesi extraeuropei.

Il tema inoltre ha un risvolto che interessa anche le recenti proteste degli agricoltori europei, anche se la questione si accompagna qui soprattutto a rivendicazioni economiche e di protezione dalla concorrenza, più che a quelle strettamente legate alla sicurezza alimentare e ambientale. Arnold Puech D’Alissac, che dall’anno scorso è presidente della World Farmers’ Organisation, lo ha messo in luce in una sua recente intervista, evidenziando come ad esempio le politiche di sostegno all’Ucraina non abbiano tenuto conto del fatto che le leggi ucraine in materia di uso di pesticidi nell’agricoltura siano molto più permissive. La grande importazione di derrate agricole da quel Paese ha quindi come conseguenza l’arrivo sui nostri mercati di prodotti non conformi alle normative europee, venduti a prezzi inferiori di quelli praticati dagli agricoltori europei. Per gli agricoltori questo si traduce in un problema di concorrenza “sleale” e di politiche dei prezzi, per il consumatore invece torna a essere pressante una questione di sicurezza alimentare.

Tuttavia, proprio a proposito delle proteste degli agricoltori è bene sottolineare come la voce di FederBio, attraverso le parole della sua presidente Maria Grazia Mammuccini, tenga a far presente come questi, pur se nel giusto nel far sentire la loro voce sui temi economici che li riguardano, stiano però errando nell’indicare le misure europee come una delle cause dei loro guai.

La protesta dei trattori sbaglia bersaglio, il Green Deal è la cura non il male, Come si fa a imputare a leggi che devono ancora dare i loro effetti i problemi che stanno alle nostre spalle, che sono frutto degli errori del passato? (…) Come si fa a imputare al dimezzamento dei pesticidi, che deve ancora avvenire e su cui anzi l’Unione Europea sta tentennando, la responsabilità di un disastro economico che è maturato nelle scelte sbagliate degli ultimi decenni?”.

La quantità di pesticidi contenuti nella frutta e nella verdura convenzionale è esorbitante, il più alto contenuto di tutti gli altri alimenti analizzati; questo emerge da diversi studi e analisi, già segnalate anche su questo sito e segnalato anche recentemente da un servizio di Mi manda Rai Tre del 28 Gennaio 2024. Per altro, mentre sono state già fatte ricerche sulle pericolose conseguenze di un fitofarmaco o di un pesticida specifico (vedi glifosato), si sa ancora pochissimo sugli effetti della combinazione di diversi fitofarmaci e pesticidi contemporaneamente presenti nello stesso alimento. Il tema è ampio e controverso, ma non è certo gestendo e limitando l’uso di inquinanti che si potrebbe mai peggiorare la situazione, anzi…