
06 Lug Quando l’ostruzionismo della politica si rispecchia nella scarsa informazione delle persone
Potrebbero sembrare due aspetti slegati, ma a ben guardare c’è un filo rosso che lega da una parte l’ostruzionismo che i governi europei stanno compiendo nei confronti del Green Deal, il motore che dovrebbe sancire la transizione ecologica all’interno dell’Unione Europea, e dall’altra un’indagine che mostra come vi sia ancora poco conoscenza del biologico e di cosa esso sia e significhi davvero.
In realtà il cambio di rotta di vari governi europei, in primis Francia e Germania, ha dalla sua ragioni squisitamente economiche e legate alla geopolitica. È su queste basi infatti che è stata posta la richiesta di cancellare la Corporate Sustainability Due Diligence, che dovrebbe imporre alle imprese precisi obblighi per garantire che la loro attività non sia dannosa per l’ambiente o per le persone in genere.
È sempre la stessa storia: i vincoli imposti sarebbero infatti troppo gravosi a fronte di una concorrenza – come quella asiatica – che, non sottostando a essi, ha le mani libere e può mantenere una maggiore competitività. Perché ovviamente agire “bene” costa: ogni azione che implica maggiore attenzione e maggiore correttezza è più dispendiosa, lo si capisce bene anche senza studi economici alle spalle.
Oltre che alla concorrenza e ai temi economici pesa però anche il mutato scenario geopolitico. L’arrivo sulla scena del Presidente Trump ha dato energia alla voce delle destre in Europa, spesso (o sempre?) desiderose di attuare politiche populiste che rispondano ai bisogni dell’immediato anziché seguire la lungimiranza che uno sguardo dedicato alla tutela dell’ambiente impone. Si cerca quindi di aggirare gli ostacoli, di derogare alle norme, di semplificare, di posticipare. Il ruolino di marcia degli ultimi due anni ne è un chiaro esempio.
- Ottobre 2023: richiesta di “pausa normativa” sul Green Deal;
- Febbraio 2024: ritirata la proposta sulla riduzione dei pesticidi;
- Ottobre 2024: rinviata di un anno la normativa sulla deforestazione;
- Gennaio 2025: Francia e Polonia chiedono di ritardare o rivedere le leggi sulla sostenibilità aziendale;
- Aprile 2025: Trump rilancia le pressioni sul gas Usa;
- Maggio 2025: congelate le multe auto, rinviate due direttive, e Parigi e Berlino chiedono l’eliminazione della due diligence
Ma quale il rapporto tra il macromondo della geopolitica e il micromondo delle scelte dei consumatori? Quelli che possono sembrare mondi distanti, hanno in realtà una relazione: bisogna però fare attenzione per intercettare la modalità di una influenza possibile.
Guardiamo per esempio all’indagine condotta da Carrefour Italia insieme a Human Highway che ha certificato che solo l’11,6% degli italiani ha una conoscenza approfondita e corretta dei requisiti che definiscono un prodotto biologico. Il resto della popolazione è diviso tra chi è moderatamente informato ma confuso (30,9%), chi è molto confuso (33%) e chi non ha alcuna conoscenza (24,5%). In particolare, i più giovani appartenenti alla Generazione Z risultano i più esposti alla disinformazione sul tema.
Come si può capire, una popolazione che non sa differenziare i prodotti che acquista ogni giorno e che non dà valore alle proprie scelte, non può poi ragionare correttamente sulle scelte di chi ci governa e posizionarsi di conseguenza al momento del voto. È come il cambiamento climatico, che è del resto strettamente connesso a tutto ciò: solo ora che gli eventi traumatici di una meteorologia in fase di trasformazione colpiscono direttamente le persone si comincia a smettere di dubitare che sia il caso di agire per modificare i comportamenti collettivi.
Per poter comprendere le priorità e determinare le scelte della politica la parola chiave, ancora una volta, è l’informazione: conoscere e comprendere i fatti ci serve per capire come agire. Il cittadino disinformato è però solo parzialmente responsabile, perché una politica che non forma e informa i propri cittadini, che oscura le conseguenze delle proprie azioni e non distingue tra le necessità del breve periodo e quelle del lungo, è una politica che non svolge il proprio compito.